E’ ormai da tempo convinzione comune che i carboidrati introdotti in orario serale siano veleno per il nostro organismo. Questo principalmente per due motivi:
- Siccome il dispendio calorico durante la notte è praticamente nullo, i carboidrati si trasformano in grassi, non venendo utilizzati per qualcosa.
- L’iperglicemia, dovuta all’introduzione di zuccheri, inibisce il picco del GH (ormone della crescita) durante le prime ore del sonno.
In riferimento al primo punto, il dispendio calorico durante la notte è molto simile all’attività sedentaria. Quindi non è rilevante per persone che passano la giornata seduti ad una scrivania, poichè si parla di bassi consumi. In riferimento al secondo punto, prendere in considerazione il GH vorrebbe dire avere una visione limitata dell’argomento. Le variazioni ci sono, ma non sono significative ai fini della composizione corporea.
E’ positivo, al contrario di quello che si crede, introdurre carboidrati la sera, perchè stimolano la serotonina e ci fanno dormire meglio. Non è conveniente quindi introdurne troppi a pranzo, per evitare il picco insulinico e di conseguenza la sonnolenza nelle prime ore del pomeriggio. Altro fattore da tenere in considerazione è la stimolazione della leptina durante la giornata, un’ormone che avendo effetti benefici sul metabolismo favorisce il dimagrimento. Questa però è pura teoria.
C’è un detto che dice “A colazione mangia come un Re, a pranzo come un Principe e a cena come un povero”
Il soggetto, preso nella sua unicità, non può sottostare a regole universali. L’unico parametro da tenere realmente in considerazione per capire quando introdurre le quote maggiori di zuccheri è l’ALLENAMENTO. La regola di non introdurli a cena (o comunque in modo limitato) può essere giusta se ci si allena al mattino. Ma se ci si allena il tardo pomeriggio o la sera no.
Bisognerebbe introdurre più del 50% di carboidrati tra le tre ore precedenti e le tre ore successive all’allenamento. In questo lasso di tempo le scorte di zuccheri saranno praticamente esaurite a causa della seduta di allenamento, e bisogna tenere in considerazione che l’organismo è in ipoglicemia. La sensibilità insulinica, nelle tre ore successive all’allenamento migliora. Questo fa in modo che i carboidrati non si trasformino in grassi, ma in glicogeno muscolare, dando nuove scorte di zuccheri al muscolo e favorendo il recupero in previsione della successiva sessione di allenamento.